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Davide Bramante

Federico Barronello 

Giovanna Brogna Sonnino

Nessuna cornice tutto liquido 

 

a cura di 

Aldo Premoli, Emma Averna 

La Cernobbina, Cernobbio

 

‘Fake. Visual distortion’. Quando ho letto per la prima volta il titolo di questa nuova Biennale di Chiasso, il mio pensiero è corso all’immagine dello specchio. In realtà a due specchi in particolare: quello rettangolare dipinto dal Velazquez ne Las Meninas e quello rotondo de I coniugi Arnolfini di Jan Van Eyck.

Che c’entrano? C’entrano eccome. Perché non si dà Arte senza riflessione e quindi interpretazione e quindi “distorsione” del reale. Nessun artista - per lo meno a partire dal XV secolo - ha più creduto di dover rappresentare oggettivamente il reale. Sempre che “reale” e “oggettivo” siano vocaboli che indicano qualcosa che esiste davvero. Interpretare il “reale oltre il reale” è la vera missione di ogni artista. Il vocabolo “fake” è in se stesso un ossimoro: di se stesso. Per questa ragione ho scelto i lavori di tre artisti tra loro apparentemente distanti ma in realtà perfettamente assonanti. 

Davide Bramante nasce a Siracusa nel 1970, dove ritorna, dopo 13 anni trascorsi tra Torino, Roma, Bologna, Milano e New York. Dal 1998 grazie a borse di studio internazionali inizia ad esporre in tutto il mondo. 

 

Giovanna Brogna Sonnino nasce a Catania, città in cui è tornata a vivere dal 2002.

Si laurea in Storia dell’arte per poi iniziare la sua attività a Roma dove lavora come regista di servizi e documentari per la RAI.  Nel 2021 esce con il cortometraggio “Salviamo gli elefanti “prodotto da Giuseppe Consales con il contributo della Sicilia Film Fest, protagonista l’attrice siciliana di fama internazionale Lucia Sardo.

 

Federico Barronello nasce a Catania  nel 1968 dove, ancora oggi, vive e lavora.

Si occupa di fotografia analitica e progettazione di strutture espositive, con sporadiche incursioni nell’esercizio della critica d’arte contemporanea. 

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